Arrivati a punta Tragara, a confine con il famoso Hotel progettato da Le Corbusier, si trova questa villa che pare appartenesse ad una musa ispiratrice di De Chirico.
La proprietà si sviluppa su due livelli. Il portoncino su via Tragara, si apre su di una scalinata che conduce al primo giardino, su cui prospettano la piscina ricavata nella vecchia cisterna e un preesistente portico adibito a cucina all’aperto. Il terrazzamento è quasi interamente a verde. Da questo si diparte, in proseguimento di quella precedente, la scala che conduce al terrazzamento superiore dove si trovano la casa e la dependance che sono state oggetto dell’intervento.
La casa era stata realizzata con strutture portanti orizzontali e verticali in legno con la tecnica del “ballon frame”, cosa del tutto inimmaginabile in questo contesto, pertanto l’intervento di manutenzione straordinaria che ne ha ridisegnato gli interni e le facciate, interessando anche le strutture portanti, è stato affrontato con modalità del tutto nuove rispetto alle tecniche tradizionali ma offrendo anche nuovi e
interessanti stimoli.
L’ambiente principale, la vecchia veranda, prospetta sul panorama e se ne appropria attraverso l’invetriata che prende tutta la parete fino a piegarsi verso il patio laterale, collegato con un'unica panca in muratura che si diparte dal living fino a diventare seduta della zona pranzo all’aperto. Il living contiene al suo interno
la cucina, in cui troneggia l’isola in acciaio poggiata su un pavimento in maioliche bianco e azzurro cenere, accompagnata dal sistema di mobili-boiserie che da questa si diparte per collegarsi al corridoio coperto a vetri e andando a definire le porte-pannello scorrevoli di accesso al locale tecnico, al bagno ospiti e alle
camere. Il pavimento del living, interamente in resina bianca, è caratterizzato dalle forature nel pavimento dalle quali si intravede la sottostante piscina ricavata nell’antica cisterna e da due ampie finestre inserita nella copertura a spioventi (Velux).
La distribuzione interna, precedentemente era definita da un corridoio centrale con le camere ai lati che privilegiava le camere prospettanti sul giardino rispetto a quelle che davano sull’angusto cortile laterale.
Lascelta radicale e caratterizzante, condivisa con la proprietà, è stata quella di far affacciare le camere dei padroni di casa e dei figli sul giardino facendo correre il corridoio parallelo parallelamente al cortile.
Quest’ultimo, si risolve con parete e copertura in vetri, ampliandosi visivamente anche al cortile che a sua volta gode di questa trasparenza.
Le camerette dei figli sono, conseguentemente a questa scelta distributiva, simmetriche e strette e lunghe.
Il corridoio di ingresso reca lateralmente l’entrata al bagno, per poi aprirsi in uno spazio in cui si trova una boiserie che, aprendosi si trasforma in scrittoio e una scala-armadio in legno che porta al letto a castello peri ragazzi.
La camera padronale è dotata di spogliatoio posto al suo ingresso, mentre il letto è posto in posizione centrale su livelli sfalsati che conducono alla zona servizi e doccia-lavabo con accesso indipendente.
La camera ospiti anch’essa completa di bagno e spogliatoio, prospetta sul cortile posteriore, che conduce alla dependance. Quest’ultima è dotata di un cucinino a scomparsa, di bagno e camera. In quest’ultima il letto è sollevato rispetto al pavimento per poter ricavare al disotto del materasso un comodo ripostiglio.