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Antonio e Vittoriella – Ravello

Ravello (SA)

Antonio e Vittoriella

L’unità immobiliare oggetto del recupero si eleva in posizione panoramica a ridosso di un terrapieno, dal quale si gode una coinvolgente vista sulle cittadine della costiera Amalfitana di Minori e Maiori, ed è parte integrante del complesso insediamento che si sviluppa lungo la via d’accesso nord all’antico borgo di Ravello, costituita dalle torri e dalla porta medievale che si trovano sulla piazzetta Andrea Mansi.
La sua struttura è tipica delle costruzioni locali e la sua edificazione può essere datata a partire dal 1200 al 1400. La parte di fondo dell’edificio, infatti, è formata da murature di notevole spessore, costituite da materiali tipici del sito quali pomici, argille e pietrame calcareo, provenienti da cave locali.

L’edificio si presentava allo stato di rudere, con un corpo principale a sviluppo verticale, un volume basso composto da quattro locali, di cui uno interrato, un altro parzialmente crollato e due giardini panoramici posti a differenti quote.
L’articolazione verticale caratterizza il prospetto principale, che viene così a definirsi attraverso l’emergenza dell’elemento ‘a torre’ affiancato, a nord est, dal corpo basso caratterizzato dalle sinuose emergenze delle volte estradossate. Il tutto poggia su un basamento in pietra che contiene i terrapieni dei giardini.

Il complesso rappresenta un’affascinante testimonianza dell’architettura rurale mediterranea, caratterizzata dalle forme morbide delle volte, peculiari di questa tipologia edilizia, e dal susseguirsi di ambienti a livelli sfalsati, che testimoniano un criterio di espansione immobiliare strettamente legato sia all’evoluzione delle esigenze abitative che alla morfologia del terreno.
L’obbiettivo della realizzazione è stato la riqualificazione dell’immobile, attraverso una nuova distribuzione interna degli ambienti, la realizzazione di un nuovo collegamento dei vari livelli, la sistemazione dei prospetti e dei giardini annessi alla costruzione, e soprattutto il risanamento, anche statico, conseguente allo stato di abbandono. L’intervento ha contribuito anche al miglioramento del contesto urbano circostante.

Tre scale sono state realizzate per accedere al soppalco. La prima si trova nell’ingresso e conduce allo studio e alla camera degli ospiti; è a forma elicoidale, in ferro e legno, e si conclude con la ringhiera rotonda del ballatoio. La seconda, che parte dal disimpegno delle camere e giunge alla zona notte della cameretta e al secondo accesso della camera ospiti, è in legno e blocchi di pietra, con il primo scalino interamente in marmo, e assolve anche la funzione di armadio-ripostiglio, ‘nascosto’ nel sottoscala. La terza è nella camera padronale e porta allo spogliatoio interno alla stessa.

Nell’uso dei materiali, prevalentemente legno di rovere e marmo beige si è ricorso anche — come in tutti i progetti dello Studio Ricciardi — alla tradizione locale, in particolare alle maioliche dipinte a mano che colorano il pavimento della cucina, con l’intento non di estraniare completamente l’ambientazione moderna dell’appartamento dalla storia del luogo che lo circonda, ma al contrario di creare, attraverso l’attribuzione di nuovi significati a forme preesistenti, un continuo dialogo tra passato e presente.